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Tag: carizia capoversi

La stella levigata dal mare

Il rumore del tempo. Il respiro, il fiato lento. Quando ti toccano non c’è più silenzio. Non lo sanno, non ci credono, si abituano al sorriso, la tua vita è solo tempo condiviso. Allora ti bagni; esce dagli occhi, dalla testa, dalle dita. Sembra troppo. Dove lo tieni tutto questo mare? Non lo sanno che sono parole da stendere, da asciugare? Quando ti toccano, trattieni il respiro. Non ti muovi, non ti trovi, sei solo polvere che soffoca lo zaffiro. Dove li hai lasciati gli occhi? Dove li confondono con il mare? Li vuoi dimenticare? Non li aprire, adesso non li puoi trovare. Piccola dietro pieghe di sale, sei ancora bambina dietro onde di mare, sì .. sei solo un’altra donna che la madre può abbandonare. Gli occhi? Dunque, li vorresti ritrovare? No. Lasciali agli altri, come tutte le tue storie. Posa per sempre la penna, smettila di parlare. In questa primavera le parole sono nènie che nessuno sa ascoltare

Il segreto del tempo

Se fosse il tocco a salvarvi dal vostro tempo, allora sigillate le bocche, liberate gli occhi, piegatevi sul filo del mare e siate fragili, poiché chi riflette se stesso nel sale, conosce il segreto del tempo e non lo sa spiegare

Come fosse tela

 Colei che attese diventò pioggia di sabbia bagnata e vento di acqua di sale. I pennelli smisero di respirare, poiché la tela potesse narrare, di lei, la storia più vera.. Nuda di maschere, morbida di carne e tempo, lasciò che il seno diventasse curva di memoria e gli occhi, chiusi, raccontassero in un quadro tutto quello che era stata, tutto quello che era diventata e tutto quello che, nonostante tutto, non avrebbe smesso di essere

Se chiudi gli occhi

Se chiudi gli occhi è tutto possibile.. camminare sul mare, lasciarsi andare, ricominciare. Se chiudi gli occhi senti un silenzio che non vuole parlare, riconosci il buio, ti pieghi al dolore, aspetti un attimo, ancora un altro tempo e sorridi, ci riprovi.. la vita si fa trovare. Sì, se chiudi gli occhi non sei mai andata via, non hai dimenticato, non ti hanno abbandonato. Cuci come una fata le lacrime che hai asciugato, riconosci i colori di chi hai salvato, ricordi i sapori che hai ritrovato. Eppure, se chiudi gli occhi, è tutto possibile, persino il tuo abbraccio, persino il tuo odore, persino il tempo in cui raccoglievi le more e io ne odiavo il sapore. Non c’è logica nel tempo, non c’è forza che vinca in un combattimento. Tu lo senti, lo senti dentro e, nonostante dicembre fortifichi il tuo inverno e ti faccia aprire gli occhi per un momento, tu scopri d’essere fallibile, ammetti che niente è gestibile.. allora chiudi gli occhi, cedi all’indescrivibile perchè, se chiudi gli occhi, è ancora tutto possibile

Quando ti ricorderai il mio nome

Quando ti ricorderai il mio nome io sarò neve in piena estate e rosso acceso di un autunno che vuole essere fuoco.. Quando ti ricorderai il mio nome avrò labbra da bambina e morbide guance appena nate alla vita. Non avrò cura d’essere bella, né voglia d’essere forte. Ti avrò attesa con così tanta voglia di essere trovata che non fingerò di non avere bisogno di te. Quando ti ricorderai il mio nome io saprò suonare quella musica che ami; mi ritroverai lì, sui tasti bianchi e neri in cui eri fiera di ascoltarmi. Non avrò fallito, non sarò sfiorata da ombre umane.

Quando ti ricorderai il mio nome io mi alzerò in punta di piedi, cercherò di essere perfetta e chiuderò gli occhi. Avrò dimenticato il tuo abbandono, la tua voce atona, non avrò memoria di questo nostro tempo vuoto, né ricorderò le sanguinose notti d’anima spenta in cui hai dimenticato di avere una figlia. No, non lo farò. Quella figlia non avrà smesso di sognarti madre, la stessa madre che, ne sono sicura, almeno in una notte di dicembre ancora mi penserà. È così che ti consegnerò la mia attesa fino al giorno in cui , forse, ricorderai il mio nome