– Deve essere il sole..
– Cosa?
– Quello lassù!
– Ma no, non è possibile. Qui piove sempre.
– Quindi?
– Quindi sarà un riflesso, un pianeta.. Che ne so! Sarà qualcosa che finge di essere sole..
– Ma se riscalda e illumina!
– E allora? Non la vedi quella nuvola là vicina?
– Cosa c’entra? Non esiste un cielo perfetto.
– Appunto.. figurati se quello è il sole!
– Perché?
– Cosa?
– Perché hai paura di chiamarlo sole?
– Ti ho detto che qui piove sempre! Ora mi hai stufato! Quel sole è finto, lo vedi solo tu! Sarà la luna che finge di essere sole. Io lo dico per te. Svegliati e tornerà a essere notte.
– Devo andare.
– Perché?
– Non ho più tempo.
– Che hai fare?
– Voglio godermi il sole, non ho tempo per la tua notte
L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”
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