Il rumore del tempo. Il respiro, il fiato lento. Quando ti toccano non c’è più silenzio. Non lo sanno, non ci credono, si abituano al sorriso, la tua vita è solo tempo condiviso. Allora ti bagni; esce dagli occhi, dalla testa, dalle dita. Sembra troppo. Dove lo tieni tutto questo mare? Non lo sanno che sono parole da stendere, da asciugare? Quando ti toccano, trattieni il respiro. Non ti muovi, non ti trovi, sei solo polvere che soffoca lo zaffiro. Dove li hai lasciati gli occhi? Dove li confondono con il mare? Li vuoi dimenticare? Non li aprire, adesso non li puoi trovare. Piccola dietro pieghe di sale, sei ancora bambina dietro onde di mare, sì .. sei solo un’altra donna che la madre può abbandonare. Gli occhi? Dunque, li vorresti ritrovare? No. Lasciali agli altri, come tutte le tue storie. Posa per sempre la penna, smettila di parlare. In questa primavera le parole sono nènie che nessuno sa ascoltare