Lucia Bonelli

 

 

Viviamo in un mondo in cui tutti giudicano gli scrittori ponendoli su gradini fragili di scale di valore inesistenti, io sono sempre stata per la libertà. Amo i romanzi, i fumetti, i mattoni da novecento pagine. Amo la passione, l’eros, ma anche la delicatezza, la profondità, il non detto, il descrittivo o l’immaginario, il rosa tanto denigrato e la narrativa per bocche sapienti. Non esiste giudizio che renda la scrittura più o meno degna, esistono solo una bella scrittura e una scrittura meno forte nello stile, ma il genere lasciatelo alle dita, all’anima e agli occhi. Un lettore sarà sempre un lettore, che legga il più acceso degli Harmony o il più contorto dei saggi. Non sarete mai liberi come scrittori o come lettori, se non avrete il coraggio di leggere tutto quello che vi va, quando vi va. Libri, taccuini, penne, matite, persone, sorrisi. Dietro ogni libro c’è qualcuno che non si è arreso, e qualcun altro che si potrà salvare grazie alla sua storia.  Dovesse finire il mondo, probabilmente avrei ancora della carta bianca da qualche parte; qualche parola di troppo, forse molte non dette, ma di sicuro avrò dentro tutta la speranza che mi porta a pensare che un mondo in cui si scrive e si legge ancora, è ancora un mondo che si può salvare.

Scrivere è un po’ salvarsi la vita e, io, lo faccio ogni giorno. Ogni giorno un po’ di più.

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