La stella Gisella – Favola

Hubble_heic0206jLa stella Gisella non aveva dubbi d’essere bella. Essa brillava di perfetta luce riflessa e tutto il mondo la stava a guardare. Nessuno sapeva perchè col sole in fronte fosse così bella, eppure esisteva quella parte del mondo che grazie al sole vedeva una stella. Ma un primo giorno d’inverno, Osvaldo cacciatore di stelle partì con catene ribelli per raggiungere Gisella e spegnere quella luce che la rendeva così bella.

Un bambino di nome Paolo nella casa al di là del lago, riconobbe quel carro e fuggendo scappò lontano. Non avrebbe permesso che Osvaldo catturasse Gisella, altrimenti quale notte sarebbe più stata bella? Era certo e senza paura. Aveva deciso. Il suo sogno sarebbe stato la cura. Fu così che trovata la nuvola più soffice, Paolo si addormentò trapunto di cielo e di vento. Sognò con tutto se stesso che sorretto dal vento e dal sole potesse trovare Gisella prima di Osvaldo il gran cacciatore.

Fulmini, saette, lampi nel cielo. Tutti ricordano in ogni dove quella magia che nel cielo fermò la rincorsa del carro di Osvaldo. Era bastato solo il sogno di un bambino. E ogni volta che guardi nel cielo Gisella, la stella più bella, non dimenticarti chi l’ha salvata e chiudendo gli occhi bramanti di sonno e di notte, rallegra il sorriso e impara a sognare poichè i sogni di bambini salvano il mondo

Una storia d’amore

Non esiste un solo uomo che non sia toccato dall’amore. Che l’abbia rinnegato, rincorso, ritrovato, a lungo desiderato, dimenticato, ognuno di noi ha ospitato l’amore  e ne può parlare. Poco importa conoscere se egli l’abbia ospitato nel cuore, fra le mani, nella testa o in ognuna delle sue notti sognanti. A volte internet è una scatola aperta che riversa fiumi di parole non dette, altre volte invece sublima il sentimento con la parola musicandolo con una melodia che ne enfatizza l’emozione, dandoci come risultato un piccolo momento nel tempo in cui anche noi ci sentiamo partecipi di quella storia. E’ così che ci ritroviamo come i protagonisti di questo video, in una danza delicata al di là del tempo e della realtà, impegnati in abbracci intoccabili, vorticosamente alla ricerca l’uno dell’alto fino a quell’unico momento in cui il disegno abbandona i colori chiari divenendo materia e si ha come l’impressione che le due persone finalmente si siano trovate, dopo essersi a lungo ricorse nei loro sogni. E così il cuore batte più forte e ti ritrovi a fare il tifo per una storia d’amore che forse esiste, che forse non è mai esistita, ma a te poco importa poichè ogni volta che l’amore sarà l’ispirazione di una creazione, là avrà comunque avuto luogo un sublime atto creativo e che voi siate profeti del nulla o ruffiani amanti di nuove emozioni, in quell’esatto momento avrete comunque trovato la vostra casa

FotoRacconti – Inizia una nuova avventura

1011252_10152263025028729_682835708_nSono passati ormai tanti anni da quelle prime foto che ritraevano i meravigliosi giardini di Villa Borghese, cullati dalla storia immortale della città Eterna. Erano gli anni in cui una rosa iniziava a essere immortalata dal mondo digitale a braccetto ancora con il rullino, gli anni in cui i giovani innamorati di tutto il mondo attraversavano Ponte Milvio per dichiararsi amore eterno attaccando un lucchetto con le loro iniziali. Gli anni in cui i sognatori erano prepotenti nel non arrendersi. E’ con queste prime foto che ho conosciuto il Fotografo Matteo Nardone, che è riuscito a trasformare una passione in una professione, lottando ogni giorno perchè i sogni vincessero e arrendendosi a quello che il cuore voleva, al di sopra di tutto il resto: rendere immortale ciò che già era immortale, cogliendone però un’essenza diversa, nuova, una prospettiva inusuale, distinguendo il suo obiettivo da tutti gli altri. Oggi le sue fotografie non dimenticano la bellezza dei fiori, delle strade, della vita di tutti i giorni da cui sono nate, ma hanno fatto un salto di qualità, abbracciando l’arte, il mondo teatrale, il cinema, gli eventi, diventando il pulito mestiere dell’arte. E’ da queste foto che mi è venuta l’idea di sposare le nostre passioni, la sua per la fotografia e la mia per la scrittura, dando vita a una nuova sezione del sito: i FotoRacconti. Sarà così che partendo da alcune delle sue fotografie, cercherò di ricamare a punta d’inchiostro un racconto immaginario, così che anche la fotografia trovi una piccola favola che l’attende al di là dell’istante da cui è nata per consegnarsi definitivamente ad una penna che non vuole altro se non rendergli omaggio

foto di Matteo Nardone

Il sublime incontro

10653714_10152745829668729_1913265862340488471_nSebbene il tempo si ostinasse a scorrere, egli si apprestava a sublimare tutti i giorni che, galoppanti di desideri, si erano affollati fino a quel presente tanto era stato atteso. Non trascorse oltre l’attimo di un istante che, incerto ed ebbro della passione di chi ha atteso un tempo indefinito, egli le fu accanto e, acceso di passione e vita, la strappò a ogni dolore. Le soffiò su ogni ferita e, bramante di desiderio, le offrì la rossa stanza del suo cuore. Lei pianse le ultime lacrime, stendendosi fra le pieghe di un cuore così ospitale e così a lungo atteso e non appena raggiunse il battito più nascosto, tremò anch’ella di desiderio e di attesa. Non aveva sognato invano. Non aveva perso la speranza e, cosa non ultima in valore, non aveva dimenticato il suo nome… e fu quello il nome con cui egli la trovò. Nessun canto superò mai l’estasi e la passione di ciò che , divina unione consacrò in amore e che nei secoli che seguirono tutti ricordarono in ogni dove, narrando fra secoli e parole l’estasi sublime della loro storia d’amore

Foto di Matteo Nardone 

Polvere di stelle

Pleiades_largeOgni atomo nel tuo corpo viene da una stella che è esplosa. E gli atomi nella tua mano sinistra vengono probabilmente da una stella differente da quella corrispondente alla tua mano destra. È la cosa più poetica che conosco della fisica: tu sei polvere di stelle
Lawrence Maxwell Krauss

William Shakespeare insegna ad Amare

ShakespeareWilliam Shakespeare non ha bisogno di presentazioni, ma il sonetto 116 rappresenta il lasciapassare per l’eternità, cavalcando tutti i tempi che da passati diventano attuali per lasciare spazio a quelli futuri, quelli moderni, gli stessi tempi in cui, ancora, il sonetto 116 sarebbe attualissimo. Anche oggi, nel tempo dell’amore sui social network, sarebbe attuale e sublime confessione d’amore fra una chat di Facebook e un romantico cinguettio su Twitter. Rinfrescare la memoria sentimentale non fa mai male, così da ricordarci che non esiste amore che venga scoraggiato dal corso indeciso del destino, così come non esiste amore che sia soggetto al tempo, al suo scorrere, al suo indeciso percorso, anzi, tutt’altro. L’amore vince sul tempo, sulla lontananza e perfino sull’assenza, sulla privazione. Esso si alimenta anche negli ostacoli che vorrebbero fare allontanare due persone, senza sapere che in realtà le avvicinano sempre di più. Ma questi ragionamenti, si sa, non sono degni che di un grande amore, perchè un amore che non è tale, svilisce, si spegne, si consuma con la sua stessa fiamma, dimenticando se stesso fra la suancenere bagnata. L’amore vero impavido resiste al giorno estremo del giudizio perchè è questo che accade alla fine di ogni giorno: le parole si dimenticano, le lettere vengono riposte nei cassetti, il mondo rallenta e silenzioso il cuore inizia il suo canto. E lì non puoi mentire, neppure a te stesso. Ma questi sono ragionamenti romantici di chi si ostina a credere che Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai. E allora cerchi di girarti e rigirarti nel letto e confondi le stelle con le luci della città e tutto sembra avere una luce nuova, meno confusa, quasi brillante e hai fiducia nel tempo poichè Amore non muta in poche ore o settimane e confidi e sai che il canto del cuore è sublime e arriva sempre dove è atteso e gentile scosta regioni, chilometri e persone, percorrendo spazi interminabili, intere regioni,  distruggendo barriere e ostacoli per giungere là nei sogni che lo attendono da un tempo indefinito. Perchè la verità è che il mondo perde minuti infiniti in ridicole ripicche, parole che feriscono, ingegnandosi a creare ostacoli, a riportare mezze verità, ma pochi sanno che la vita vince sempre e con la vita vince l’amore, su tutto. Sempre che siate d’accordo… Sempre che crediate ancora nella bellezza delle stelle, nel silenzio della notte, nel ruffiano corteggiare delle prime albe d’inverno… Ma Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato

Non sia mai ch’io ponga impedimenti
all’unione di anime fedeli; Amore non è Amore
se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l’altro s’allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.

William Shakespeare

I Film più belli da vedere a Natale – Cinema Natalizio

Ed ecco i film che secondo me non dovrebbero mai mancare nel repertorio cinematografico da rispolverare sotto Natale ;-)

1) Harry Ti presento Sally. Il mondo si interroga ancora sulla possibilità dell’uomo e della donna di essere amici senza complicazioni sentimentali e sessuali. Harry e Sally abbracciano con la loro amicizia turbolenta fatta di conflitti e di confidenze, un decennio che li porterà ogni giorno sempre più vicini l’uno al cuore dell’altra. Una commedia romantica intramontabile. Un brillante Billy Kristal dà il volto al grande Harry Burns, portandosi dritti verso la conclusiva scena del Capodanno in cui ogni cosa si svela. Cosa c’è di più romantico di una dichiarazione d’amore la notte di Capodanno?

“Adoro il fatto che tu abbia freddo quando fuori ci sono 25 gradi. Adoro il fatto che ci metti un’ora e mezzo per ordinare un panino. Adoro la piccola ruga che ti si forma sul naso quando mi guardi come se fossi matto. Adoro il fatto che dopo aver passato una giornata con te, possa ancora sentire il tuo profumo sui miei vestiti. E adoro il fatto che tu sia l’ultima persona con la quale voglio parlare prima di addormentarmi la notte. Non è che mi senta solo, e non c’entra il fatto che sia Capodanno. Sono venuto qui stasera perché quando ti rendi conto che vuoi passare il resto della tua vita con una persona, vuoi che il resto della tua vita inizi il prima possibile”

https://www.youtube.com/watch?v=Z1BcPs3BAJI

2) Il Piccolo Lord. 1980. Il regista Jack Gold dirige quello che sarebbe diventato l’intramontabile classico che da generazioni accompagna le vacanze di Natale, con l’austerità e i buoni sentimenti di una storia che con facilità è entrata a fare parte delle pietre miliari del cinema dei buoni sentimenti e delle belle emozioni. La storia del piccolo orfano Ceddie Errol, che dagli Stati Uniti sbarca nell’elegante Inghilterra diventando l’erede unico di tutti i beni di famiglia, a capo della quale troneggia il grande Alec Guinnes nel ruolo di Errol Dorincourt che dovrà dare al piccolo Lord un’educazione adeguata. Un clima aristocratico e austero rotto con la lama dell’amore del piccolo Lord che trasforma la vita e unisce la famiglia, non senza difficoltà

“La vita può essere migliorata e degna di essere vissuta”

3) Edward Mani di Forbice. Il regista che osa là dove la normalità sarebbe una vittoria facile. Tim Burton riscrive i canoni del cinema toccando corde profonde in un modo assolutamente nuovo. E’ così che crea Edward mani di forbice nel 1990 dirigendo il grande Johnny Depp che dà un’interpretazione toccante. Volete sapere come davvero sia nata la neve? Ve lo raccontano i protagonisti di questa storia che si svolge attorno alla figura di Edward, un essere umano artificiale che ha le forbici al posto delle mani perchè il suo inventore è morto prima di potere completare la sua creazione. Le forbici possono ferire il mondo o dargli la forma più giusta? Possono lacerare le cose, le case, gli alberi o, più di ogni altra cosa riescono a entrare nell’anima. Compagna di avventure è Winona Ryder nel ruolo di Peggy Boggs

“Lei non lo vide mai più, dopo quella notte.

E tu, nonna come lo sai?

Perché io ero là…

Potevi andare lassù, potresti ancora. Perché non vai? -No tesoro mio, ora sono diventata vecchia, preferisco che lui mi ricordi com’ero una volta.

Come fai a sapere che lui è ancora vivo?

Non lo so, non ne sono sicura ma io credo che lo sia. Vedi, prima che lui venisse in questa città la neve non era mai caduta, ma dopo il suo arrivo è caduta. Se ora lui non fosse lassù, non credo che nevicherebbe così. A volte può vedermi ancora ballare tra quei fiocchi”

4) Un amore tutto suo. 1995, Sandra Bullock e Bill Pullman danno il volto a Lucy e Jack. Un amore tutto suo è una commedia romantica riproposta puntualmente nel periodo natalizio, stesso periodo che fa da sfondo alle vicende della storia. Lucy lavora alla biglietteria della metropolitana e ogni giorno guarda lo stesso uomo elegante, affascinante di cui è segretamente innamorata. E’ proprio il giorno di Natale che l’uomo viene aggredito sotto i suoi occhi entrando in coma. Lucy gli presta soccorso e una serie di equivoci fanno credere alla famiglia che lei sia la sua fidanzata. Lucy, abituata a passare le vacanze di Natale da sola, non riesce a uscire dalla bugia in cui è intrappolata e così per un Natale si sente di nuovo come se avesse una famiglia, mentre Peter è ancora in coma. Tutto sembra andare bene fino all’arrivo di Jack, il fratello di Peter , il primo uomo che riuscirà davvero a vedere Lucy per quella che è

“Una volta Peter mi ha chiesto perché avessi scelto Jack… e io gli ho risposto: perché avevo trovato un amore tutto mio”

5) The Family Man. 2000. Brett Ratner dirige un intenso Nicolas Cage e una dolce Tea Leoni. Una storia che insegna come un uomo di successo di Wall Street abbia perso ormai il senso delle cose. Cosa potrebbe accadere se il giorno di Natale Jasck si svegliasse con una famiglia completamente nuova, come se la sua intera vita fosse stata diversa, ritrovandosi a essere un semplice venditore di gomme con una famiglia meravigliosa che vive di cose semplici? Cosa scoprirà Jack  grazie a questa finestra sul “come sarebbe stato se…?”

“Non lo so, forse è stato solo un sogno. Magari sono andato a letto in una triste notte di dicembre e ho immaginato tutto, ma ti giuro che niente è mai stato più reale. E se ora sali su quell’aereo sparirà per sempre. So che possiamo continuare con le nostre vite, ce la caveremo benissimo. Ma io ho visto quello che potremmo essere insieme, e scelgo noi!”

6) Miracolo nella 34a strada. Natale senza l’intramontabile Miracolo nella 34a Strada non sarebbe Natale. Un meraviglioso Richard Attenborough che interpreta quel Babbo Natale che fra finzione e realtà tutti abbiamo sempre immaginato. Una bambina che ci insegna a sognare, Susan, ci accompagnerà attraverso quel delicatissimo confine tra quello in cui è bene credere e quello che ci aiuta a sognare, proprio nel periodo di Natale

“La fede è credere in qualcosa a cui il senso comune non crede”

7) L’amore non va in vacanza. Chi non ha desiderato almeno una volta nella vita di fare le valigie e partire per l’altra parte del mondo per tutte la vacanze di Natale, per dimenticare qualcosa o qualcuno, per riprendere fiducia in se stesso, per scoprire qualcosa di noi che non avevamo mai conosciuto. E’ questo lo spirito de L’amore non va in vacanza. Cameron Diaz interpreta Amanda, ricca regista di trailer cinematografici che sente di avere bisogno di una vacanza non appena scopre che il suo compagno ha un’altra relazione. Così, seguendo un annuncio on line decide di scambiare la sua casa con quella di Iris, dall’atra parte del mondo, in Inghilterra. Iris, interpretata da Kate Winslet, è distrutta da un amore non ufficiale, è stanca di essere sempre la seconda scelta e parte per l’America. Uno scambio che porterà ognuna delle protagoniste nella vita dell’altra, una vita in cui, ritroveranno loro stesse.

“Ho scoperto che quasi tutto ciò che è stato scritto sull’amore è vero. Shakespeare ha detto: “Il viaggio termina quando gli innamorati si incontrano”. Ah, che pensiero straordinario! Io non ho mai sperimentato nulla di neanche vagamente simile a questo, ma sono più che disposta a credere che a Shakespeare sia accaduto. Credo di pensare all’amore più di quanto in realtà si dovrebbe; resto sempre sbalordita dal potere assoluto che ha di alterare e definire la nostra vita. È stato sempre Shakespeare a scrivere “L’amore è cieco”. Ecco, questo so che è vero. Per alcuni, del tutto inesplicabilmente, l’amore svanisce. Per altri, semplicemente l’amore è perduto. Comunque l’amore può anche essere trovato, magari solo per una notte. E poi c’è un altro tipo di amore, il più crudele, quello che quasi uccide le sue vittime, si chiama amore non corrisposto. Di quello, io sono un’esperta. La maggior parte delle storie d’amore è fra persone che si innamorano l’una dell’altra. Ma il resto di noi? Quali sono le nostre storie? Quelle di noi che ci innamoriamo “da soli”. Noi siamo le vittime dell’amore unilaterale. Noi siamo i disgraziati fra gli innamorati, i non amati, i feriti in grado di camminare, gli handicappati senza il parcheggio riservato”

 

8) La vita è meravigliosa –Andiamo indietro al 1946 per emozionarci con una storia che potrebbe essere stata scritta proprio oggi. La storia si snoda attorno a George Baily che ha rinunciato a tutti i suoi sogni pur di aiutare il prossimo e ora sta per suicidarsi, proprio la vigilia di Natale. Arriva l’angelo Clarence, un quasi angelo a cui mancano le ali. Per meritare le sue ali deve compiere una buona azione. E’ questo, e molto di più, che fa Clerence. Fa vedere a George come sarebbe stato il mondo e la vita di molte persone che ha salvato, se lui non fosse mai nato. Un aiuto divino e umano che lo aiuta a scongiurare la bancarotta e a farci capire che la vita, nonostante tutto, sempre e comunque, va vissuta secondo quello che abbiamo nel cuore perché sia sempre e in ogni dove una vita meravigliosa

“Che cosa vuoi, Mary? Puoi dirmelo! Vuoi la luna? Se la vuoi, io la prenderò al laccio per te”

9) Love Actually – Immancabile appuntamento natalizio con la storia romantica di una serie di coppie che intrecciano i loro destini. Film diretto da Richard Curtis che annovera nel cast di questo film Cloni Firth, Emma Thompson, Keira Knightley, Bill Nighy, Hugh Grant e tanti altri protagonisti

“Ogni volta che sono depresso per come vanno le cose al mondo, penso all’area degli arrivi dell’aeroporto di Heathrow. È opinione generale che ormai viviamo in un mondo fatto di odio e avidità, ma io non sono d’accordo. Per me l’amore è dappertutto. Spesso non è particolarmente nobile o degno di note, ma comunque c’è: padri e figli, madri e figlie, mariti e mogli, fidanzati, fidanzate, amici. Quando sono state colpite le Torri Gemelle, per quanto ne so nessuna delle persone che stavano per morire ha telefonato per parlare di odio o vendetta, erano tutti messaggi d’amore. Io ho la strana sensazione che – se lo cerchi – l’amore davvero è dappertutto”

10) Serendipity. Chi di noi non vorrebbe ritrovarsi a pattinare in un pomeriggio di neve nella splendida New York poco prima di Natale per vivere un incontro che cambierà per sempre il nostro destino? Instancabili romantici John Cusack e Kate Beckinsale si incontrano per caso in un grande magazzino di New York. Piccoli incidenti del caso fanno durare quell’attimo più di un pomeriggio e allo stesso modo magico li fanno perdere per degli anni, anni durante i quali ogniuno di loro si costruisce una vita senza riuscire a dimenticare quel magico pomeriggio delle vacanze di Natale di qualche anno prima. Nuovi indizi riaprono la speranza ed è così che partono ognuno alla ricerca dell’altro. Il destino è qualcosa che possiamo comandare, a cui dobbiamo arrenderci o che dobbiamo rincorrere? Ce lo insegna questa storia romantica, lasciandosi un messaggio universale di avere fede in quelli che gli antichi chiamavano Fato

“Sembrava che tutto l’universo girasse con l’unico scopo di unirci”

https://www.youtube.com/watch?v=oZfvRKhMJDI

Roberto Benigni – I Dieci Comandamenti

Basta con questa polemica su Roberto Benigni! Mamma mia quanta gente ridicola c’è in giro! Tutti a perdere tempo per cercare di fare polemica su tutto, su tutti. Tutti invece eccitati davanti a Bruno Vespa, ai plastici, ai criminologi, a Quarto Grado, tutti a diventare scienziati, criminologi, tutti interessati ai dettagli macabri di tragedie che dovrebbero imporre secoli di lutto a livello mondiale e che invece stanno diventando consuetudine. Mi chiedo quand’è che cominceremo a lamentarci persino del colore troppo brillante delle stelle e a litigare per un sole che non è democratico nelle visite di tutti i cieli. Siamo ridicoli e intrappolati in così tanti luoghi comuni che dovremmo stare attenti, ogni volta che qualcuno scrive, se a scrivere sia lui o tutti i post it mentali che il comune modo di vivere gli haappiccicato addosso. Sì, i compensi sono alti. Senza ombra di dubbio. Non c’è redistribuzione di niente in questo mondo, ma per una volta, per una sola volta, state zitti e ascoltate quando CHIUNQUE SIA si mette a fare un discorso che, nel bene o nel male, sa di vita, in qualsiasi forma e contenuto ne vogliate cogliere. C’erano pezzi di tante cose. Cose inutili? Eppure è proprio quello che più dimentichiamo… Le cose semplici, quelle inutili. Quelle regole basilari su cui si dovrebbe fondare la vita di tutti gli esseri umani, sia che voi lo chiamiate Dio o Allah o qualsiasienergia creativa vogliate scegliere. C’è da dire indubbiamente che la scienza spiega il mondo, le reazioni fisiche, ma le nostre pulsioni, le nostre passioni, l’amore, il dolore e tutto il resto, pur essendo chimicamente rilevabili, nascono e crescono per un istante del riconoscersi ancora indecifrabile. A me non interessa sapere in cosa crediate, purchè crediate in qualcosa, anche all’idea di qualcosa, nel sogno di qualcosa..poichè credere in niente credo sia più pericoloso, si diventa terre fertili del qualunquismo e della proliferazione di falsi miti. E a chi critica incessantemente tutto, persino il compenso Roberto Benigni, che riconosco sia stato obiettivamente eccessivo…mi raccomando, spegnete la televisione, non guardate più nessuna partita di calcio, cambiate canale quando vedete un calciatore, non giocate più al lotto, non fumate più sigarette, non fate i soldati ignoranti di un esercito statale che in un altro pianeta farebbe ridere mostrandosi come una situazione grottesca, mentre qui sulla terra abbiamo avuto la stupida intelligenza di diventare i servitori di chi è più fesso di noi. Per un giorno sarebbe bello fare il gioco delle parole utili ovvero un gioco in cui ognuno si sforzi di commentare e scrivere solo quando qualcosa lo colpisca positivamente, senza sfranticare con ventordicimilioni di parole concetti triti e ritriti che non significano NULLA. Immaginiamo per un attimo che nessuno rompa le scatole a nessuno, che nessuno si sieda davanti a questo schermo con l’intento preciso di commentare solo le cose su cui non è d’accordo o per polemizzare su tutto, sforzandosi fino all’inverosimile di dire cose intelligenti. Lo so, a volte è bene credere nei sogni, ma non fino di sperare nell’impossibile. Eppure c’è una realtà incontrovertibile. C’è gente che passa le giornate a commentare violentemente post di pagine di personaggi o programmi che non sopporta e si prende il tempo di seguirle ugualmente per criticare a destra e a manca e poi c’è chi per strada si bacia appoggiato contro le pareti di un pub, incandescente di passione e d’amore .. Rifletteteci quindi, c’è sempre un’alternativa più interessante alle parole buttate a caso

Accetta il consiglio … per questa volta

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare! Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi, tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto, e in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente grasso come ti sembrava.

Non preoccuparti del futuro. Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazione algebrica. I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente. Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.

Fa’ una cosa, ogni giorno che sei spaventato. Canta!

Non esser crudele col cuore degli altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo.

Lavati i denti.

Non perder tempo con l’invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.

Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente, dimmi come si fa.

Conserva tutte le vecchie lettere d’amore, butta i vecchi estratti conto.

Rilassati.

Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco, ancora non lo sanno.

Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.

Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant’anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.

Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi. Senza paura e senza temere quel che pensa la gente. E’ il più grande strumento che potrai mai avere.

Balla! Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.

Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai. Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo.

Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.

Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.

Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita, perche più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.

Vivi a New York per un po’, ma lasciala prima che t’indurisca. Vivi anche in California per un po’, ma lasciala prima che ti rammollisca.

Accetta alcune inalienabili verità: i prezzi aumenteranno. I politici saranno donnaioli. Anche tu diventerai vecchio. E quando lo diventerai, fantasticherai che quando eri giovane, i prezzi erano ragionevoli, i politici onesti e i bambini rispettavano gli anziani

Felicor ed Edelweiss – Una storia d’amore

Senza il sole del mattino è difficile respirare ancora.

Edelweiss sedeva ripiegata sul suo stelo, in un’immensa solitudine, che era solo sua. Non si vedeva il sole da molti giorni ormai e le notti erano così fredde che dentro, la vita non scorreva più. C’erano cieli che non si vedevano e lacrime che non arrivavano. Tutto  fermo, bloccato, come un ritratto di una natura che non è morta, nè viva… Perchè il nulla non è morte nè vita.

Leontopodium_alpinum_Szarotka_alpejska_01Edelweiss trascorreva così le sue lunghe giornate.. fra lacrime che non poteva versare. I suoi petali erano quasi morti, spezzati dal secco di un freddo che non aveva colore. I germogli accanto a lei, che un tempo le avevano dato quel vivido colore bianco, di cui tutto il mondo era invidioso, beh, quei germogli non c’erano già più. Adesso restava solo il nucleo e i suoi pochi petali.

Il freddo era impossibile da combattere e se avesse pianto almeno sarebbe stato qualcosa, almeno avrebbe reso umide quelle tese mani vuote. Ma a lei non era concesso di piangere e il re delle montagne non avrebbe permesso che un piccolo fiore infrangesse le regole sacre.

Così il pianto diventava pensiero e a volte diluvio da non mostrare a nessuno. Edelweiss aveva tirato su il suo piccolo peso, ripiegato su quello stelo, per guardare ancora in alto. Niente… nessuna nube di giorno, nessuna stella di notte…

Eppure le stelle lei le aveva viste.

Non erano troppo lontane quelle notti trascorse con il suo amico Flo. Parlare con lui era bello, diverso, come fare parte di un sogno. E le notti erano trascorse così, nascondendosi da un mondo per il quale loro insieme erano ancora un segreto. Lui arrivava col calare del giorno, stendendosi fra i suoi germogli. Aveva occhi grandi che, insieme a lei, guardavano le stelle…e quante ce n’erano! Milioni! Lui sembrava conoscerle tutte… e lei lo stava ad ascoltare, attendendo che arrivasse il giorno in cui anche lei gi avrebbe parlato di sè.

Ma quel giorno non arrivò mai e con la fine dell’inverno Flo era partito per montagne lontane lasciandola per sempre. Avrebbe potuto raccoglierla e portarla con sè, ma non lo fece e se ne andò senza dire nulla.

Beh, in quell’occasione Edelweiss pianse senza riuscire a trattenere il suo dolore.

Il re dei re scoprì il motivo del suo pianto. Voci della foresta gli sussurrarono ciò che era stato taciuto e il re venne a sapere che Edelweiss aveva trascorso quella parte di vita con Flo, la creatura che viveva di notte, colui che fiore non era e tutto questo era successo senza che nessuno dei due avesse chiesto il consenso del grande consiglio.

Non era permesso infatti che specie diverse entrassero in contatto in quella parte del mondo e la colpa di Edelweiss fu immediata, tanto quanto dolorosa.

Tra montagne che toccano il cielo, verrai condotta e le tue radici dovranno cercare lì, ciò che in questo luogo ti ha dato vita. Fra montagne inesplorate piegherai il tuo stelo ricercando nutrimento. Pioggia, vento, fulmini e tempeste. Avrai il sole così vicino da sentirti bruciare e freddo tagliente, da non poterti sollevare. Crescerai lontano dai tuoi simili  per scoprire che senza essi non potrai avere compagnia. Scoprirai che solo chi ti è simile può comprendere la tua vita e capirai che in colori che non sono i tuoi non puoi trovare felicità.

Arrivò presto il giorno  per andar via ed Edelweiss fu condotta fra montagne, che sembravano davvero toccare il cielo. Nell’addio  ai suoi cari promise a se stessa che mai più avrebbe pianto, che mai più il suo cuore avrebbe conosciuto debolezze.

La lasciarono lì, in una stagione che sembrava fosse davvero infuocata. I suoi petali sanguinarono i primi giorni, mentre il sole, testardo, si ostinava a dimorare in quel cielo. Giorni interi furono vuoti come onde di un mare che non esiste. Il re aveva ragione, tutto intorno a lei sembrava l’esatto disegno di ciò che le era stato preannunciato. Allora anche tutto il resto era vero? Quindi non c’era amicizia, nè amore, nè calore in specie diverse e l’unico modo per vivere era dunque quello di trovare fra i suoi simili ciò che il suo cuore cercava.

Il freddo era troppo forte e stavolta Edelweiss sentiva dentro al cuore che non avrebbe potuto respirare ancora per molto. Sentiva prepotente il bisogno di piangere, di piangere per l’ultima volta, ma non avrebbe potuto, doveva dimostrare a se stessa che  poteva tener fede a una promessa.

Ma perchè ancora quel bisogno di piangere? A che pro, se nessuno l’avrebbe ascoltata, se nessuno le sarebbe venuto incontro? Perchè tenere fede a qualcosa che fra poco sarebbe morto con lei?

Si guardò per un attimo, le ultime foglie diventarono calde, bollenti, come bruciate. Ma può il freddo bruciare in quel modo? Avrebbe dovuto raggiungere quei petali con le sue labbra e ridargli conforto, ma non poteva …le forze non c’erano più.

Sembrava che tutto stesse finendo, quando, ad un tratto, una goccia bagnò un petalo.

Edelweiss si sentì come scoperta, nuda, dinnanzi ad un ospite inatteso. Cercò di spostarsi, di guardarsi intorno, per scoprire qualcuno. Sentiva una presenza nuova, ma non c’erano ombre nè foglie attorno a lei, unica ospite bianca di quella fredda montagna.

Improvvisamente un sussurro arrivò inatteso.

“Nella pioggia rivivrai, dentro al sole crescerai…”

Paura, improvvisa, inattesa.

Non c’era nessuno accanto a lei, eppure qualcuno le stava parlando di speranza. Era una voce percepita dal cuore più che dal suo piccolo corpicino. Una voce che  faceva battere il suo cuore ad un ritmo sconosciuto.

“Ma chi sei? Chi è che mi sta parlando adesso?”

Nessun verbo ebbe l’ardire di chiamarsi risposta, ma una goccia soltanto, prepotente,  bagnò i suoi petali.

Che conforto! Che dolce conforto a tutto quel dolore!

Edelweiss capì che a parlarle era la pioggia. Sentì per la prima volta di non essere sola. Nessuna nuova domanda ed ecco ancora la risposta.

“Ho seguito il tuo dolore, dolce piccolo livido fiore. Ti ho seguita dalla valle dei tuoi cari, dai sorrisi dei tuoi anni, dalle lacrime nascoste che mostravi alle tue notti. Ho seguito la tua voce, nel  tuo muto ingenuo pianto. Ho rivisto quelle stelle, la tua luce e la sua pelle. Il coraggio di tentare, nella voglia di un amore…il coraggio di cercare, nella notte, tutto quanta la tua gioia. Ti ho veduta rinunciare, calpestata da un dolore che ha distrutto le tue vesti e ti ho vista… immaginata, ricercata, mai perduta….e toccata.. ogni volta che dal cielo, ricadevo su di te. Ma tu qui non mi hai più visto, se non forte, turbinante, impazzito di dolore. Dunque adesso tu sei qui, e non posso lasciarti andare..”

Le piccole lacrime di pioggia diventavano sempre più  frequenti e quella pioggia finalmente aveva avuto inizio. Edelweiss ascoltava quella voce che le riempiva il cuore. Non diceva una parola, ferma immobile sotto il peso delicato di quella pioggia che sembrava portare un calore nuovo in tanto freddo….quella pioggia che le cantava dolcemente una verità che il suo cuore non immaginava.

“Tu sei pioggia, non sei un fiore come me..”

“Sono pioggia, la tua pioggia..”

“Ma non posso ascoltare la tua voce, c’è una promessa che io ho fatto..”

“Chi, nel vento, ti punisce, insegnandoti che i tuoi occhi non potranno mai conoscere altra luce se non quella che già vedi, non è maestro da seguire. Pioggia e fiore, si è vero, non son usi d’abitudine….Ma la vita io ti do, avvolgendo su te questa notte tutta nuova”

Protezione, sicurezza, abitudine di vita. Fermarlo? Perchè mai? Allontanare questo cuore che ricopre tutto quanto il tuo dolore? Perchè mai?

Tanto cuore e calore in qualcosa che non è un fiore…e trovarlo proprio adesso, che la morte era vicina. Tutto il bene dentro al cuore in un solo minuto d’amore, era questa la risposta e non c’era altra domanda

“Sarei morta se tu adesso non fossi stato qui. E’ un mondo che non è mio. Ripiantata sotto un sole troppo caldo da sopportare o in un freddo troppo forte per sopravvivere”

La pioggia continuava a poggiarsi su di lei, mentre il suo sfogo continuava.

“Allontanata da tutti, ho vissuto sola qui, senza sapere che tu seguissi la mia vita. Vorrei piangere adesso. Tu lo sai?  Vorrei farlo…”

 “Piangi adesso, come piango io per te…come sto piangendo adesso..”

“E se muoio, ripunita per un pianto che non posso?”

“Tratterrò le tue lacrime, nascondendole fra le mie. Nessun occhio vedrà mai ciò che insieme diventiamo. E nessuno oserà mai sfidarlo, tanto forte sarà il disegno tuo su me”

Edelweiss cominciò a piangere.. piangere e piangere e piangere…

Sentiva come se in quel momento potesse riuscire a fare tutto, come se il mondo intero su di lei non potesse alcun male  e la morte nella vita non avrebbe avuto seguito e la vita sulla morte sarebbe stata la regina.

Pianto forte disperato… ripartito dalla gioia di una calore nel ricordo di quel freddo e di tanto tanto dolore.

Pioggia e lacrime inscindibili… e non c’era sole, nè tempesta, niente che avrebbe potuto separare quell’unione che si stava consumando lì, fra montagne senza nome.

“Il tuo nome?” chiese improvvisamente Edelweiss dal suo pianto.. “Chi è colui che ridà a me la vita?”

“Sono Felicor nei cieli, fra le rondini e gli uccelli. Sono pioggia nella terra, fra dolori, pianti e vita. Sono amore nei tuoi petali, che bramavo con ardore”

“Caro Felicor piango ancora qui con te, ma non mi sento sola. Come farò a sopravvivere ancora qui, non è casa mia… non fra queste montagne, eppure adesso non voglio andare via da te…”

“Dalla pioggia di un amore nascerà il tuo calore, in una folta coperta bianca coprirai le tue vesti. Tornerai al tuo candore, in un bianco mai visto. Sarà un velo su di te, proteggendoti dal vento, riscaldandoti nel freddo, rinfrescandoti nel sole la tua luce sarà chiara come dieci, venti aurore.. e sarai tu qui, il sole…”

Felicor continuava a parlare, mentre il prodigio nasceva, sui petali di Edelweiss: una folta, morbida coperta bianca andava ricoprendo i suoi petali. Calore, fresco, benessere, profumo.. Una protezione che la stava prendendo per sempre.

Un dono d’amore, un regalo di vita, una luce indescrivibile.

Edelweiss guardò in alto, unendosi in un abbraccio senza tempo a Felicor e al loro amore.

“Solitaria bellezza non resterai, dell’amore nostro ricopriremo questo suolo e di questo bianco amore, narreranno in ogni dove..”.

 *    *    *

 I  folti fiori bianchi rendevano quelle montagne uno spettacolo della natura. Folti, belli, germoglianti come  spruzzi della luce del cielo. Fra loro c’era il più grande il più bello, il più forte: Edelweiss. Era guarita dalla sua morte e nell’amore aveva trovato la forza, per illuminare il mondo. Tendeva verso l’alto, fissa contro il cielo, aspettando la sua pioggia, col sorriso suo più grande. Quando Felicor partiva, per bagnare altri cieli, lei attendeva con amore che tornasse il suo sposo. Ogni volta lui tornava e trainato da un vento che mutava nel cielo il suo colore, ricopriva i suoi figli come il più bel bacio d’amore. Alla fine si posava su di lei, nella notte di un amore, perché nel mondo ricantasse in ogni dove questo dolce forte amore che era nato fra la pioggia e quel fiore.

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