Leggerezza. Ci dovremmo amare, innamorandoci della leggerezza che ci regalano. La donna, si sa, ha un peso specifico dell’anima più pesante, porta in sè il carico della nascita con addebito, l’implosione di chi, a sua volta, potrà sopportare un dolore così grande necessario a generare un’altra vita. Gli uomini lo sanno, ma non lo capiscono. Si accompagnano alle maree delle donne, ma non le comprendono fino in fondo. È proprio in quel momento, solo in quel momento, che si manifesta in loro l’identità; si trovano a un bivio che per sempre li renderà riconoscibili agli occhi della donna. Davanti a sè, l’uomo, avrà due strade.
Chi prenderà la prima strada giocherà di dominio e intolleranza; la rimprovererà, adducendo ai suoi rimproveri il merito e l’unica strada per insegnarle a stare meglio, a essere migliore. L’uomo quasi arriverà a punirla con il distacco, ascolterà i facili e buonisti commenti di chi ha accanto, si sfogherà raccontando, di lei, cose che non avrebbe dovuto dire. Cercherà sostegno per la sua sovranità di ruolo. La punirà, poiché lei avrà avuto quella che lui chiamerà debolezza e che in lei, invece, sarà solo richiamo di tenerezza. A quel punto, però, sarà a lei a scegliere. Potrebbe soccombere, essere vinta dalla resilienza in un contesto in cui non dovrebbe avere ragione d’esistere; piegherà la sua anima come canna al vento, plasmata dagli umori di chi ha accanto e, scoprirà, poco a poco, di non essere più spontanea, verace, viva. Oppure se ne andrà. Ricomincerà, tornerà in vita.
Chi prenderà la seconda strada, invece, sorriderà. Prenderà le mani della donna, le riscalderà dal gelo anche quando lei trasmetterà un distacco non voluto. Gli uomini che prendono la seconda strada, sono i regnanti di un universo che sposa la resistenza al potere salvifico della tenerezza. Quegli uomini non punteranno il dito, non segneranno in rosso o blu tutte le pagine di un tempo discorde; non malediranno il caos, condannandolo, spaventati da una meraviglia che non sanno affrontare. Saranno leggerezza. Perché loro lo sanno che la leggerezza non è superficialità; sono consapevoli che solo le persone profondamente grandi sanno essere leggere
Ecco. Ecco cos’è la leggerezza, amarsi mentre il cielo è nero; confondersi quando la luce ti cerca per sottolineare i tuoi sbagli. La leggerezza è non infastidirsi del suo pianto, è farla ridere mentre le lacrime vanno giù.
All’uomo non viene chiesto di capire il tempo, ma di trattenerlo e riparare i portali che, aprendosi, gelano di echi del nord le pieghe del femminile scorrere.
Non è da tutti. È un talento, un’inclinazione naturale che permette di riconoscere gli uomini in mezzo a tutti gli altri. Una donna non dovrà mai seguire nessuna regola per essere amata. Una donna riuscirà a rendere miti le tempeste di ogni uomo, ma molti uomini non sapranno affrontare neanche la più tenue delle piogge di una donna.
Ombrelli o folate di vento contrario. È l’uomo che sceglie come affrontare quella pioggia, ma se ne avrà paura, vorrà dire che è suo desiderio vivere sotto un perenne sole, paradosso di un giorno senza notte e senza fine, perché, per quanto la luce sia vita, ognuno di noi non deve mai permettere a nessuno di cancellare la propria ombra e di sconfessare con sarcasmo infantile, il potere ancestrale del buio e i timori della notte.
Un uomo che alla fine della sua vita non avrà capito una donna, non avrà capito se stesso. Continuerà a guardarsi intorno cercando chi sorride alle sue battute, chi lo ha amato per quello che è, illudendosi che esista la perfezione, riconoscendola in chi si presenta con costanza nella sua vita e alle spalle invece avrà ricamato altre cento vite per resistere, divertirsi, gabbarlo, mentre lui si sentirà un re che si è salvato dall’unica cosa che invece avrebbe potuto salvarlo. Troverà solo specchi rotti e petali secchi di rose sgranate al sole.
Quella donna sarà ancora là fuori, da qualche parte, forse ad avere paura, a sentirsi imperfetta, ma sarà lì. Con una mano disegnerà un profilo sbagliato, con l’altra curerà un amico, con la bocca canterà, mentre le mani accarezzeranno, i piedi giocheranno a tirare sassi lungo la strada, le orecchie ascolteranno una poesia e le gambe mostreranno la sua voglia di non fermarsi.. la mente penserà già a cos’altro fare. Sarà caotica e meravigliosa. Imperfetta e unica. Riuscirà a chiudere gli occhi davanti a un tramonto, perché, statene certi, lei si sarà salvata
Freud diceva “L’amore è il passo più vicino alla psicosi”, attenzione, dunque, a dichiararvi sani, perfetti e felici e a vedere psicopatie solo nella vita degli altri, perché significherebbe solo che non avete mai amato, neppure voi stessi